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L'intervento su MPS del candidato del Polo Civico Siena

L’approvazione del progetto di bilancio di Banca Monte dei Paschi e del suo Gruppo mi offre l’opportunità di poter aprire una prima riflessione sul delicato tema del futuro di MPS. Un tema che affronto sempre con grande cautela perché sono convinto che, al momento, fare previsioni sia prematuro.

Occorrerà infatti ancora un po’ di tempo prima che tutto quello che di positivo è stato realizzato nel 2022 possa consolidarsi. È  ragionevole immaginare che i risultati veri si potranno vedere solo a fine 2023 passando ovviamente per quanto potrà già emergere dai dati delle trimestrali e della semestrale. A oggi la percezione è comunque quella di una Banca il cui stato di salute è migliorato e per la quale le previsioni a tinte fosche e gli scenari negativi che si prospettavano solo qualche tempo fa non hanno più ragione di esistere.

Nel frattempo si sono anche create circostanze nuove come quella dell’uscita di AXA dal capitale di BMPS, circostanza da qualcuno valutata in termini non positivi, ma che in realtà non tocca minimamente la forza di un accordo commerciale tra AXA e BMPS rivelatosi utile e profittevole da anni per entrambi i soggetti e, per altro verso, rende la strada più libera e allarga il ventaglio dei possibili futuri scenari strategici.

La speranza è che nel breve-medio periodo MPS possa ulteriormente consolidare la sua presenza nel mercato e presentarsi a qualsiasi prossimo appuntamento con una situazione economica, finanziaria e patrimoniale adeguate, anche grazie ai suoi tradizionali punti di forza rappresentati da una rete distributiva forte e competente e dal saper far bene la banca commerciale nei territori di riferimento e nei confronti delle famiglie e delle imprese, soprattutto di quelle piccole e medie.

 

Oggi si ha la netta sensazione che l’argomento Monte sia un tema non presente nelle agende del centrodestra e del centrosinistra locali

Lo dimostra prima di tutto il silenzioso imbarazzo del PD e della candidata Anna Ferretti, attori protagonisti del disastro culminato nel 2012, quando Ferretti sedeva come assessore al fianco di Franco Ceccuzzi. Lo dimostra anche il silenzio del centrodestra, imbarazzato dall’immobilismo del Governo. Un silenzio che accomuna anche la neocandidata sindaco, Nicoletta Fabio catapultata nell’agone politico e in chiara difficoltà a dare risposte adeguate su temi così complessi.

Da Montomoli ipotesi del tutto impraticabili

Infine c’è chi come Massimo Castagnini non può certo parlare dell’argomento Monte in maniera distaccata ed equilibrata, visto il suo legame con la Banca. Poi c’è chi come Emanuele Montomoli prospetta alla città, con apparente disinvoltura ma con scarsa cognizione di causa, ipotesi e soluzioni salvifiche di fatto completamente impraticabili. Mi riferisco, in particolare, alla proposta di Montomoli di far acquisire alla Cassa Depositi e Prestiti il 14 % circa del capitale della Banca dal Ministero Economia con la  conseguente riduzione della partecipazione del Ministero sotto il 50% e da qui l’illusione di poter tornare a governare la Banca con strane alchimie. Peccato che la proposta sia del tutto impraticabile per due motivi: il primo che Banca MPS è una società quotata in Borsa e il secondo che Cassa Depositi e Prestiti è una S.p.A. il cui capitale è detenuto per oltre l’80% dallo stesso Ministero dell’Economia. Tenendo conto di questi “elementari” dati di fatto la soluzione ipotizzata rischia di configurarsi come una specie di gioco delle tre carte e quindi non troverebbe mai l’avallo delle autorità europee (nei confronti delle quali sussiste l’impegno dell’Italia a privatizzare BMPS) perché si tratterebbe di una finzione, meglio di una vera e propria privatizzazione.

Io credo che sia fondamentale che tutti i candidati sindaco si confrontino, senza nascondersi e con realismo, sul futuro di Banca MPS e sulle strade che ognuno di noi intende seguire per ricostruire un tessuto economico e sociale che tanto si è sfaldato negli ultimi dieci anni. In questo senso, credo che sia fondamentale anche tenere conto di due aspetti: il primo è quello del senso di incertezza che vivono molti dipendenti a causa alla riorganizzazione complessiva della Banca legata all’esodo di molti dipendenti. Il secondo è il riflesso sull’economia reale che questa incertezza causa. Dobbiamo fare i conti con questi aspetti, perché una città che deve rimettersi in piedi e deve ricominciare a correre ha bisogno di fiducia verso il futuro.