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Il progetto restituirà alla comunità quello che oggi è un simbolo di degrado e abbandono

Un progetto complessivo di riqualificazione urbana che dia una nuova funzione e restituisca alla comunità la struttura dell’ ex “Industria di disidratazione Isola Tressa” (Idit) a Isola d’Arbia. È quello che è stato presentato oggi, giovedì 27 aprile, da Fabio Pacciani, candidato sindaco del Polo Civico Siena e dall’architetto Stefano Neri, ideatore del progetto di recupero.

Un progetto per arricchire il territorio, valorizzare il cicloturismo e migliorare la mobilità


 Nell’idea di Neri, il silos dell’ex – Idit, che si innalza per 75 metri e che oggi molti considerano una ‘cattedrale nel deserto’ diventerebbe un faro urbano per l’area a sud di Siena e un punto di riferimento per le migliaia di ciclisti e cicloamatori che, ogni anno, arrivano a Siena per visitare la città e i suoi territori o per partecipare a uno degli eventi internazionali dedicati alle due ruote, come l’Eroica o le Strade bianche. Non solo. Il recupero di questo reperto di archeologia industriale, costruito negli anni Sessanta e dismesso negli anni Settanta, darebbe ulteriore pregio e bellezza a una delle zone più suggestive del cammino della Francigena. L’antica via Romea è, ancora oggi, attraversata da migliaia di pellegrini e appassionati che troverebbero nel nuovo progetto non più un “grattacielo abbandonato” tra Siena e la Valdarbia, ma un vero e proprio gioiello contemporaneo, riqualificato e funzionale al cammino.

L’ex Idit  è il punto di confluenza di tre elementi che consideriamo strategici per il futuro della città: L’Eroica, le Strade bianche e la via Francigena. Ed è anche per questo che ci vogliamo puntare con forza.

Sinergia pubblico privato per realizzare l’opera. “L’obiettivo è realizzare un progetto complessivo e strategico capace di ridare dignità e una nuova destinazione d’uso all’intera struttura. Tutta l’area intorno al silos acquisirebbe una nuova funzione culturale per Siena e per i comuni contermini. Il progetto non nasce oggi, ma è frutto di un lavoro sviluppato alcuni anni fa dell’architetto Neri. Un progetto nel quale noi crediamo molto e che, se saremo chiamati ad amministrare la città porteremo avanti con l’obiettivo di una rigenerazione complessiva di tutta l’area a sud di Siena. Per dare sostenibilità, anche economica, a questa idea dovremo dar vita a una collaborazione tra pubblico e privato che riesca, in tempi certi, a realizzare l’opera. Il progetto non è semplice, serve la volontà politica. E noi vogliamo restituire alla comunità quello che oggi è un simbolo di degrado e abbandono.

Servizi per i ciclisti e un nuovo parcheggio scambiatore. La cosiddetta ‘torre dei pomodori’, alta 75 metri, e tutto il complesso che la circonda, oltre 30mila metri quadrati di superficie, diventerebbero un punto di riferimento e uno snodo di collegamento per le biciclette. Il vecchio silos diventerebbe un deposito per le bici e il blocco orizzontale uno spazio dove trovare servizi essenziali per i ciclisti: dal meccanico alle ricariche elettriche, dalla zona doccia al punto di ristoro. Immediatamente fuori dall’area biciclette si svilupperebbe l’altra grande idea legata al progetto: la realizzazione di un parcheggio scambiatore da inserire nel nuovo piano generale della mobilità e della sosta, che è un altro dei punti caratterizzanti del Polo Civico Siena. I parcheggi scambiatori, insieme alle altre misure per la mobilità e la sosta, avranno l’obiettivo di: alleggerire la pressione delle auto sulla città; rendere più sicura la viabilità stradale; redistribuire i flussi di traffico; incentivare l’uso dei mezzi pubblici; rafforzare le forme di mobilità dolce (bike sharing); ottimizzare il trasporto pubblico con quello privato.

Il progetto di recupero dell’ex Idit – spiega Stefano Neri – nasce anche dalle mia esperienze dirette vissute in diverse parti del mondo, dove ho trovato esempi simili di riqualificazione: penso, solo per fare alcuni esempi, alle Isole Canarie e al Lago di Garda, con strutture e servizi pensati per chi pratica windsurf, kitesurf, surf o cycling, pendo al Mcdonald’s cycle center di Chicago. In questi tre casi i progetti hanno portato a un vero e proprio arricchimento per le comunità da tutti i punti di vista. Intorno a strutture logistiche e attrezzature al servizio degli appassionati si è creato una trasformazione positiva che ha riqualificato le intere aree di riferimento. A Isola d’Arbia potrebbe succedere lo stesso: si tratta di un progetto agile e non particolarmente complesso dal punto di vista degli interventi strutturali. La vera sfida sarà trovare chi decida di investire su questa idea. Di sicuro – conclude Neri – avere un’amministrazione decisa a portare avanti il progetto è il presupposto migliore affinché questo si realizzi”.