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ll dibattito sulla mostra dedicata al Sodoma

Mi fa molto piacere che, sulla proposta di una mostra sul Sodoma ci sia una convergenza con la presidente della Fondazione del Santa Maria della Scala, Lucia Cresti. Sembra strano che, solo oggi in seguito alla nostra uscita, la presidente comunichi alla città di aver deliberato a novembre, senza che nessuno sia stato informato, l’organizzazione della mostra. Da una ricerca effettuata oggi sul sito della Fondazione non si trova traccia dell’ atto ufficiale.

L’augurio è che non diventi l’ennesima opportunità mancata di attrattività culturale come sono state la stragrande maggioranza delle altre iniziative promosse negli ultimi anni. L’ennesima mostra “tirata via” senza una pianificazione, senza una promozione all’altezza della grandezza del tema e senza il coinvolgimento delle istituzioni nazionali e internazionali, attraverso un comitato promotore e un comitato scientifico in grado creare reti e opportunità. Un modo per uscire dall’isolamento e dal provincialismo in cui siamo stati relegati dall’attuale giunta.

Per una mostra di alto livello dobbiamo coinvolgere istituzioni nazionali e internazionali

Se la mostra dovesse essere organizzata nel 2024 ci chiediamo come la presidente Cresti, in scadenza nel dicembre 2023, quando con molta probabilità ci sarà il rinnovo di tutte le cariche, comprese quelle della Fondazione Santa Maria della Scala, possa prendere decisioni senza coinvolgere la città e tutte le sue istituzioni.

È infine positivo che la Fondazione Santa Maria della Scala stia pensando a una mostra su Santa Caterina, che potrà essere senza dubbio uno degli appuntamenti legati al Giubileo del 2025. Non credo però che quello che ho definito il “progetto Giubileo” possa esaurirsi con una mostra sulla santa senese, senza una visione complessiva e senza una strategia rispetto alla ricettività e all’accoglienza.

Il progetto Giubileo 2025 non può esaurirsi con una mostra su Santa Caterina 

L’ennesimo esempio del mancato coinvolgimento della città e di chi si occupa di cultura, accoglienza e senza una partecipazione attiva della Curia.

La storia dell’arte è la fonte a cui appellarsi

La piccata risposta di Lucia Cresti che lo ricordiamo è stata assessore della giunta Ceccuzzi e nominata alla presidenza della Fondazione da De Mossi, dimostra ancora una volta che il trasversalismo ha come obiettivo la conservazione di quel mondo che vive e sopravvive del legame tra partiti e gruppi di potere. Nessuno può parlare, nessuno può esprimere opinioni. Dobbiamo superare questo atteggiamento vecchio che ha portato la città a un isolamento e a un provincialismo imperante.

 

Immagine in evidenza: deposizione di Giovanni Antonio Bazzi detto Il Sodoma, Pinacoteca Nazionale Siena